Ugo Cortella

Tipografia Economica

Era il 1919 quando Ugo, uno dei sette fratelli Cortella, si trasferì da Badia Polesine a Verona in cerca di lavoro.
Con un socio diede vita ad una piccola bottega artigiana di stampa in Via Stella n. 15, nel centro storico della città.
Cominciò così la storia dei Cortella, con la produzione di piccole commesse per commercianti, bottegai, che avevano bisogno di stampati amministrativi e pubblicitari, partecipazioni di nozze, biglietti e carta intestata.

L'INIZIO

Allora la stampa a caratteri mobili in piombo o legno avveniva su macchine di piccole dimensioni e la tipografia era dotata di due pedaline a platina “Liberty”, azionate anche a pedale perché spesso veniva interrotta l’erogazione della corrente elettrica. Il vanto della bottega erano la macchina Phoenix sempre a platina e due “Marinoni” a cilindro su tavoletta: l’inchiostro veniva distribuito sui cilindri che poi inchiostravano i caratteri, mentre la carta, inserita dall’operatore, afferrata da pinzette, girava sul cilindro e contemporaneamente passava sopra la forma di piombo con i caratteri già inchiostrati.

Sono ancora oggi gelosamente custoditi i campionari meravigliosi dei lavori svolti in quegli anni venti, con i campioni dei biglietti da visita, le partecipazioni o la carta intestata delle ditte di un tempo, quelle ditte che costituirono la base della ricchezza della nostra città e che sono preziosi archivi della storia di tutti i veronesi.

1919
Biglietto da visita di Via Stella

GIULIO CORTELLA

In seguito alla crisi del 1929, il Duce, nel 1932, fissò la cosiddetta “Quota Novanta”: tutto quello che prima costava 100 lire da quel momento sarebbe valso 90 lire. La crisi finanziaria spinse le banche a recuperare i crediti e questo incise sull’economia della tipografia. Dopo qualche mese di scarsissime entrate, anche a causa del comportamento scorretto del socio che procurò un ammanco di cassa di 250 lire, Ugo chiese aiuto a suo fratello Girolamo, ragioniere contabile, socialista e amico di Giacomo Matteotti. Presa in mano la situazione contabile della piccola tipografia, Girolamo consigliò al fratello Giulio (padre di Antonio), rimasto senza lavoro per la chiusura a Badia Polesine della Ditta di Tessuti “Mantovani” presso la quale lavorava, di trasferirsi a Verona nel 1930 presso il fratello Ugo.

Giulio Cortella

Nel 1931, Giulio subentrò al socio malfattore e i due fratelli insieme raddrizzarono le sorti della tipografia.

1929
Cartolina Badia Polesine Tessuti Mantovani

In due anni Giulio riuscì a colmare il buco finanziario dell’azienda, trovò nuovi clienti e acquistò nuove macchine: una automatica, “Mussano e Sisto” a cilindro per formato di carta 50x70, un vero gioiello per l'epoca, una grande cilindro “Urania” in formato “elefante” per fogli 70x100 e pure per quelli da 80x110 da impiegare nella stampa di manifesti costata 16.000 lire e comprata a rate. I caratteri in legno per i manifesti erano grandi anche 60 centimetri. La dotazione di macchine più moderne e di maggiori dimensioni e la simpatica comunicativa e intelligenza di Giulio migliorarono le condizioni economiche e i clienti di tante piccole industrie o botteghe artigiane si moltiplicarono.  (Foto: Giulio Cortella; cartolina Badia Polesine Tessuti Mantovani;

1925
"Nel nome di Dio e dell'Italia giuro di seguire gli ordini del DUCE e di servire con tutte le mie forze e, se necessario col mio sangue, la causa delle Rivoluzione Fascista"

ANTONIO CORTELLA

Negli anni ’40 Antonio, figlio di Giulio, già lavorava con passione nella bottega artigiana di Via Stella, quando non si trovava impegnato a studiare. Lo zio Ugo tutte le domeniche lo portava in tipografia e si faceva aiutare a comporre i manifesti per gli spettacoli teatrali del Teatro Nuovo che erano in carta gialla monolucida comprata a Torino presso le Cartiere Bossi. Ebbe così inizio la seconda generazione dei Cortella nell’arte grafica. La tipografia lavorava bene e costituiva una storica e centrale realtà a Verona: Ugo e Giulio e il giovane Antonio con l’aumentare delle commesse, decisero di trasferire l’attività in un luogo che potesse ospitare un numero maggiore di macchine da stampa e di dipendenti: la sede doveva avere spazi adeguati per il lavoro che si voleva organizzare nei reparti di composizione, stampa e confezione.

1943
Giulio Cortella
1947
Numero Unico stagione lirica 1947

Terminato l’Istituto Magistrale “Carlo Montanari”, dopo una breve esperienza come maestro elementare, anche Antonio iniziò a lavorare in tipografia.

1943
Giulio Cortella alla scrivania della nuova sede di Via Marconi

L'ERA DELLA LINOTYPE

In via Marconi al n. 10 la tipografia produceva con nuovi macchinari: per la composizione, la Linotype per l’impressione meccanica di caratteri in piombo che velocizzò l’allestimento delle matrici di stampa; per la stampa, una Nebi automatica e due macchine litografiche monocolori, la Parva e la Favorit, nei formati 61x86 e 50x70; per la confezione una taglierina Schneider, una cucitrice a filo refe, e una piegatrice.

Alle macchine lavorano già una trentina di operai e i titolari ebbero così modo di dare sviluppo alle idee: la tipografia aveva ora un nome importante e aveva già pubblicato parecchio materiale tra cui, per un breve periodo, anche il giornale L'Arena”, prima che il giornale venisse stampato nello stabilimento tipografico di Volto Cittadella.

Il nome della tipografia Cortella decisamente si impose ed era ormai presente in calce agli stampati di mezza città: tra gli ordini più importanti essi ricevettero quelli dell’Arena di Verona, quelli della Banca Popolare di Verona, Cattolica Assicurazioni, Azienda Vinicola Bertani, Comune di Verona e Provincia di Verona. Il nome divenne anzi di dominio nazionale e internazionale proprio grazie alla stampa in esclusiva di tutto il prestigioso materiale propagandistico degli spettacoli dell'Arena e del Teatro Romano anche per la grande passione per la musica e per il teatro e per le numerose e vive amicizie che l’indole spensierata e gaia dei Cortella seppero stabilire con i veronesi.

1954
1953
Mirella De Marzi e Antonio Cortella sposi

Il 1959 fu funestato dalla morte di Ugo Cortella, il fondatore della tipografia: morì d’infarto, sotto i portoni della Bra, mentre in bicicletta si recava al lavoro.

STABILIMENTO MODULI CONTINUI DI VIA PACINOTTI

I MODULI CONTINUI

Antonio prese il posto di Ugo nella direzione tecnica dell’azienda e l’anno dopo la morte di Ugo trasformò l’azienda, nel 1960 nella “Cortella tipografia”. Agli inizi degli anni Sessanta, vi fu lo sviluppo dei primi centri meccanografici e l’invenzione del modulo continuo, detto anche “tabulato”, ovvero quel supporto di carta, per le stampanti del tempo, il cui avanzamento avveniva tramite i “fori di trascinamento” delle bande laterali. Antonio, molto attento alle novità, ebbe l’intuito di comprendere che il modulo continuo sarebbe diventato indispensabile pertanto si recò a Berlino per acquistare una macchina a colori. La Cortella fu così la prima a Verona e in Italia a produrre gli stampati destinati ai centri “meccanografici”.

Lo sviluppo fu importante cosicché Antonio decise di acquistare un terreno nella zona agricola e industriale di Verona che proprio in quegli anni andava accogliendo le aziende che non avevano possibilità di sviluppo in città. Incaricò l’ingegner Sersante della costruzione di un capannone di 2000 metri in via Pacinotti, all'angolo con via Germania, per accogliere le nuove macchine per la stampa dei moduli continui.

La Cortella fu la prima a Verona e in Italia a produrre gli stampati a modulo continuo destinati ai centri “meccanografici”.

1965
21 maggio - primo lavoro offset eseguito su macchina Roland Favorit 5 colori - copie 350 - cliente: Comune di Verona
1964
Cartoncino auguri
Depliant informativo della ZAI di Verona
Gita sociale Madonna di Campiglio

GALTAROSSA 22

Nell’autunno del 1967 il ragionier Chiampan, consulente amministrativo della Ditta dei Fratelli Rossi S.p.A, propose all’amico Antonio Cortella di acquistare 10.000 metri quadrati di terreno in riva all'Adige, in Lungadige Galtarossa 22, in una posizione vicinissima al centro della città, allo sbocco del Ponte San Francesco. La decisione fu importante ma, grazie al supporto della Banca Popolare, i Cortella decisero il grande passo e definirono l’acquisto.

Si trattava di una vasta area facente parte della enorme conceria che Vittorio Rossi aveva aperto nel 1913. I Cortella acquistarono un capannone di 3500 m², con un’ala sopraelevata per un decimo della metratura, un retro magazzino di quasi 2000 m² e due palazzine uffici che si affacciano su un grande cortile piantumato di 2000 m² con al centro un pozzo di acqua di risorgiva per l’approvvigionamento autonomo ai fini produttivi. Il grande e antico capannone era caratterizzato dalla presenza nel pavimento di profonde vasche nelle quali avvenivano il lavaggio delle pelli e i vari processi lavorativi della conceria. Antonio procedette alla demolizione e all’interramento delle vasche, alla spianatura di tutto il pavimento, quindi alla pressatura della terra.

1968
Il nuovo stabilimento
1968
Esterno della nuova sede

Fu necessario un successivo intervento con la creazione di uno zoccolo di cemento per le macchine da stampa più pesanti. Fu creato un notevole impianto elettrico.
In pochi anni i Cortella riuscirono a restituire il denaro vendendo il capannone di Via A. Pacinotti e iniziarono a svilupparsi.

Dopo la bonifica e la ristrutturazione, nell’agosto del 1968, avvenne il trasferimento dell’azienda in Lungadige Galtarossa 22: la tipografia si ampliò notevolmente arrivando ad assumere quasi cento dipendenti e divenne la realtà tipografica più importante di Verona. Il capannone di Galtarossa fu diviso in reparti: composizione, fotocomposizione, montaggio, tipografia, stampa offset, moduli continui e legatoria.

1967
Antonio Cortella con il capomastro Ferrari e l'elettricista Masetti

In Lungadige Galtarossa 22 si trovano gli spazi che ancor oggi costituiscono la sede della Cortella Industria Poligrafica e che possiamo considerare con orgoglio un raro esempio di archeologia industriale.

INGRESSO GALTAROSSA 22

LA FAMA

I Cortella lavoravano con lena; era gente di cui ci si poteva fidare. Illustri rappresentanti del mondo culturale, imprenditoriale e professionistico di Verona tra cui Licisco Magagnato, egregio direttore del Museo di Castelvecchio, Angelo Betti, il creatore della Fiera di Verona, Tolmino Ruzzenente, ideatore dello storico logo dell’Ente Lirico, con quella bella Arena su campo blu notte che si avvolge a spirale in un manto stellato di note musicali, manifestarono la loro preferenza ai Cortella.

E poi tantissimi illustri intellettuali, tutti amici cari del “Toni” tra cui l’amato Nino Cenni, Sergio Barzisa, fondatore del Circolo del Cinema, e i sovrintendenti dell’Ente Lirico, tra cui ricordiamo l’amico Carlo Alberto Cappelli, e i loro capi ufficio stampa e grafici illustri quali Fiorenzo Giorgi. Nel 1971 Giulio fu riconosciuto vincitore del quinto Premio Cittadino Illustre del Comune di Badia Polesine e ricevette una medaglia d’oro, ma due anni più tardi, nel 1973 moriva mentre si trovava a Sanremo in villeggiatura con la moglie.

1971
Telegramma sindaco di Badia Polesine
1998
Giulio Cortella proclamato cittadino illustre città di Badia Polesine

Si spegneva un uomo buono e generoso, cavaliere del lavoro e cittadino serio ed impegnato.
La tipografia aveva bisogno di nuove forze.

MARTINO CORTELLA

Dopo la laurea, Martino il secondogenito di Antonio, entrava ufficialmente in azienda. Come avvenuto per il padre, a Verona tutti conoscono Martino Cortella. Formidabile nelle battute e nello spirito goliardico Martino porta vivacità e spirito artistico al lavoro in tipografia, negli stampati, nei loghi e nella grafica.
Le macchine son sempre costantemente aggiornate e per questo Antonio e Martino si recano alle grandi esposizioni internazionali della Grafica, al fine di ricercare le nuove tecnologie più moderne di maggiore velocità, qualità ed efficienza.

Il passaggio dalle macchine bicolori alle quattro e cinque colori fu prepotente; la casa Heidelberg era sempre la preferita soprattutto per quella affidabilità che già era stata comprovata sulle macchine tipografiche a cilindro.
I Cortella goderono della fiduciarietà dell’Istituto Poligrafico Zecca dello Stato relativamente alla stampa delle schede e dei manifesti elettorali. Partners invidiabili di quei tempi furono i laboratori Glaxo di Via Fleming, l’Ente Autonomo Fiere di Verona ma soprattutto l’Ente Lirico Arena di Verona che ancora oggi è annoverato tra la clientela più illustre.

1988
Martino Cortella
1988
Numero Unico Arena di Verona

Martino è dotato di un’ottima comunicativa, ma soprattutto di una vivacissima simpatia e generosità spontanee: l’azienda viene da lui completamente riorganizzata nell’assetto e viene avviato il processo di Certificazione ISO 9000 che, nel giro di pochi anni, darà all’azienda il massimo riconoscimento internazionale di qualità.
Dirompente fu in quegli anni l’utilizzo dei primi computer Macintosch, interfacciati con gli impianti dedicati di fotocomposizione: il testo battuto dai fotocompositori finalmente acquisiva forma grafica sui monitor cancellando completamente le composizioni sui terminali a fosfori verdi.
Le stampanti a martelletto vengono soppiantate dalla tecnologia laser ed inizia inesorabilmente il declino degli stampati a modulo continuo.

CELEBRAZIONE SETTANTACINQUESIMO ANNIVERSARIO

75 ANNI

Nel 1994 l’azienda compie 75 anni. Antonio Cortella e il figlio Martino, che lavora al suo fianco, li vogliono festeggiare con i loro clienti e, idealmente, con tutta la città. Ma come possono mai festeggiarsi due tipografici? Stampando un libro, naturalmente. Ma un piccolo libro molto particolare: rosso, come il logo Cortella che raccoglie la saggezza contenuta negli aforismi che proprio Antonio ha messo insieme in tanti anni di vita. Un granellino di saggezza messo da parte ogni volta che capitava, aspettando l’occasione giusta per donarli agli amici.
L’Azienda è pervasa di un rinnovato fervore e nello stabilimento si respira serena operosità.

1994
Celebrazione 75° anniversario

1994
Volume e medaglia celebrative 75°
1995
In fiamme la tipografia Cortella

Ed è proprio qui che, in una notte del 1995, si sviluppa l’incendio doloso per opera di un giovane dipendente (malavitoso e deviato) scoperto ed arrestato pochi giorni dopo.
I danni sono ingenti: il fumo e le fiamme, per un processo di reazione chimica, fanno ossidare tutti i meccanismi delle macchine da stampa. L’acqua dei pompieri danneggia irrimediabilmente computer, schedari, macchine e archivi: quel sapere da tanto tempo accumulato in anni di lavoro sembrava vanificarsi all’improvviso. Quella notte l’incubo di un tipografo si concretizza nelle fiamme del magazzino della carta: Martino e tutta la famiglia, sa reagire con determinazione di fronte ai sigilli imposti dal giudice per svolgere le indagini. Tutti gli uffici vengono trasferiti nelle palazzine all’ingresso scampate alle fiamme; sono ugualmente accolte le commesse e affidate ad imprese terze di colleghi e amici che hanno manifestato ai Cortella grande solidarietà. Così la storia dell’azienda continua il suo corso superando l’ostacolo terribile della distruzione.

MARCELLO CORTELLA

Quando la storia diventa l'oggi

Meglio di qualsiasi materiale illustrativo una visita in azienda rende l’idea di come si possa coniugare un’arte antica e minuziosa – ancora si compone a mano - con la velocità delle macchine offset e delle due nuovissime HP Indigo digitali, con la prestampa “computer to plate” e con la legatoria interna, costituiscono una capacità produttiva di eccellente livello, certificata e controllata con rigore.
Se l’azienda è un corpo, al suo interno l’anima è rappresentata dal gruppo di lavoro.
E in questo emerge ancora di più l’impronta inconfondibile dei Cortella:
la capacità di condividere e di risolvere i problemi del Cliente è una virtù antica in azienda, e che l’ha resa famosa nel panorama produttivo del settore.
Non si tratta solo e semplicemente di rispettare tempi o di stampare ad un buon livello, o ancora di essere competitivi nelle quotazioni, ma è quel "quid" di consigli e di suggerimenti, di passione e pratiche dettate dall’esperienza, che sono patrimonio e cultura aziendale messo ogni giorno a disposizione.
Sono queste le ragioni per cui l’azienda può porsi autorevolmente al cliente come realtà produttiva sicura, affidabile e costante nel tempo, grazie a Marcello proiettata al futuro, vero e proprio punto di riferimento per l’industria grafica.


Scrivere permette di capire. E stampare consente di ricordare. Ricordare il passato per vivere il presente e progettare insieme il futuro.
Senza la stampa le parole non diventano memoria.
Senza la memoria il valore della scoperta e dell’innovazione tecnologica non diventano luce e conoscenza per il tempo che verrà.

2018
Marcello Cortella

IL FUTURO

LA PASSIONE RIMANE ED IL FUTURO E' IN COSTRUZIONE

CORTELLA POLIGRAFICA S.R.L. Lungadige Galtarossa 22, 37133 Verona (Italy) - P.I. 02986510234